16_17_18 settembre 2016 Modena Carpi Sassuolo
Da venerdì 16 a domenica 18 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo quasi 200 appuntamenti fra lezioni magistrali, mostre, concerti, spettacoli e cene filosofiche. Tra i protagonisti Bodei, Bauman, Bianchi, Cacciari, Galimberti, Recalcati, Rodotà, Augé, Nancy, Sloterdijk.
Dedicato al tema agonismo, il festivalfilosofia 2016, mette a tema la dimensione agonistica e competitiva che pervade non solo gli ambiti della vita collettiva, ma anche le forme di vita dei singoli. La sedicesima edizione del festival prevede lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Gli appuntamenti saranno quasi 200 e tutti gratuiti.
Lo spazio della città rigenerata, che è e deve essere spazio pubblico, non è solo un elemento spaziale, un fatto urbano, ma uno spazio di democrazia e dei diritti, uno spazio comune.
“[….] lo spazio pubblico contemporaneo non può essere inteso come omogeneo e fondato sul consenso, secondo un’idea antica di comunità, bensì va visto come qualcosa di plurale e di incompiuto, caratterizzato da differenze interne e antagonismi, rispettoso della complessità delle nostre società. Tuttavia l’agire politico è inscindibile dalla formazione di una comunità, di un vincolo umano dotato di senso, ed è questo un aspetto che implica necessariamente il rifiuto di ogni esercizio di dominazione o di neutralizzazione della pluralità. La sua ambizione più legittima consiste nel promuovere un immaginario positivo del vivere insieme che sia capace di rafforzarsi continuamente attraverso la prospettiva di un agire comune”. Daniel Innerarity - filosofo e saggista spagnolo
Partendo da questi presupposti va messo in evidenza come sia importante lavorare su delle politiche capaci di comprendere/includere pratiche alternative di “ri-appropriazione” e “ri-significazione” dello spazio pubblico, partendo dal concetto di “pluralismo agonistico” (Chantal Mouffe)
Con “pluralismo agonistico”, s’intende insieme la pluralità di attori che appartengono al territorio e ai quali esso appartiene e la pluralità di necessità/desideri/aspettative, spesso conflittuali tra loro, che danno vita ad una vera dimensione democratica di confronto “agonistico”
Significa saper progettare degli spazi della pluralità in cui il potenziale democratico e generativo che scaturisce dai CONFLITTI e dagli ANTAGONISMI – in quanto comportamento endemico nelle forme diverse di collettività – sia centrale in fase progettuale e anche nell’idea costitutiva del progetto. Il pluralismo antagonistico/agonistico non deve essere escluso e neutralizzato attraverso lo strumento della “creazione del consenso” (Habermas), cosi come avviene attualmente con le pratiche cosiddette “partecipative”, ma le sue forme e contenuti devono essere “dis-articolati” e “ri-articolati” in una nuova configurazione di rapporti di potere e di pratiche, verso forme di radicamento del processo democratico, definito anche come ‘agonismo’
Anche grazie a pratiche “insorgenti” si può riportare con forza l’attenzione sul dibattito relativo al “diritto alla città” (Lefebvre, 1968) e alle pratiche inclusive, oggi divenute elemento centrale nel dibattito sulle politiche urbane
“Il diritto alla città si presenta come forma superiore dei diritti, come diritto alla libertà, all’individualizzazione nella socializzazione, all’habitat e all’abitare. Il diritto all’opera (all’attività partecipante) e il diritto alla fruizione (ben diverso dal diritto alla proprietà) sono impliciti nel diritto alla città”. Henry Lefebvre – Il diritto alla città