“Arte Pubblica – considerazioni dalla BISP2019”

L’Arte Pubblica è una Riflessione

Per “Arte Pubblica” molti intendono una specifica modalità di presentazione e fruizione dell’arte nella città.

E’ un processo endemico di riappropriazione del  tessuto sociale e urbano, lo si può declinare in sottosistemi complessi, o cogliere nel suo insieme. Gli artisti insieme ai fruitori, lo comprendono attraverso le performances, gli allestimenti, le istallazioni,i colori, le note ed i suoni, che hanno luogo in spazi pubblici reali o da recuperare, comunque sempre rivolti alla collettività dei fruitori.

Figlia delle contraddizioni prodotte dal modernismo e delimitata nella sua estensione dal rapporto imprescindibile tra libera creatività, materializzazione di un immaginario, talvolta soggetto ispirante del messaggio stesso dell’opera, è un modo di far parlare la città attraverso il linguaggio degli abitanti.

L’arte pubblica, è l’ arte di riflessione, è sempre più spesso veicolo di contenuti forti, connessi ad una condizione particolare, avvenuta in un luogo particolare, che diventa proscenio, o “fondo” su cui si sviluppa il soggetto,decisamente attuale, ricco di fine comunicativo e di valore sociale, ma scevro dall’ idea di monito-monumento, ed è oggi mai celebrativo. Sembra proprio questa essere la connotazione del messaggio della Street Art.

L’arte pubblica nobilita il dimenticato, l’incompleto.  Artisti adornano di monili cromatici l’impresentabile, il brutto architettonico di una facciata cieca,gli ex istituti industriali, i mattatoi, i luoghi dell’orrore, della periferia abbandonata, lavorando per antitesi, riqualificano e regalano decoro, profondità di contenuto e bellezza estetica, laddove la classe progettista sembra abbia chiuso un occhio, o due..

in ordine di visualizzazione, le foto ritraggono :

  • Glen Waverley, mural project between Railway Parade North and O’Sullivan Road, city of Monash, Melbourne.
  • Bordalo, serie: la street art composta con scarti e rifiuti, Portogallo.
  • Jorit, quartiere San Giovanni, Napoli.
  • Varini per Carcassonne.
  • Collettivo “My Dog Sighs”, U.K.
  • “Popped Up”, Ervin Loranth Herve ,Budapest.
  • “Le voci delle pietre”, Gomez, Marcellina – Roma.
Quest’anno la Biennale dello Spazio Pubblico, tenutasi negli spazi dell’ex Mattatoio di Testaccio, ha ricondotto il dibattito sulla periferia e sulla rigenerazione urbana a tre temi principali, tra cui l’Arte Pubblica. Sono stati tre giorni di dibattiti, workshop e conferenze,  in cui diverse realtà europee ed extra – continentali hanno avuto la possibilità di confrontarsi ed interagire sul tema.
L’associazione Città Ibrida, con il progetto “Officine del futuro – Laboratorio Stabile” è stata inserita in “Arte Pubblica”.
Alleghiamo, a riguardo, il validissimo articolo scritto dall’ Arch. Manuela Alessi su come questo tema è stato affrontato durante le giornate di riflessione della BISP 2019.
AREA TEMATICA “ARTE PUBBLICA”
Arte Pubblica è un concetto comprensivo di tutte le attività e le manifestazioni artistiche aventi finalità pubbliche ed esposte in spazi pubblici. Vi appartengono le arti di strada in tutte le sue declinazioni (musica, pittura, performance), i monumenti pubblici, gli allestimenti in luoghi pubblici e così via. Il fenomeno della Street Art ha riportato all’attualità questo tipo di interventi diffusi in prevalenza nelle periferie urbane ove funzionano spesso come compensazione estetica di diffusi fenomeni di degrado urbano. Si stabilisce così uno stretto rapporto tra  l’arte pubblica e gli spazi o gli edifici architettonici che le ospitano e una relazione tra artista ed abitanti che può incrementare la validità e permanenza dell’opera se si realizza un intenso scambio dei cittadini con l’autore/i configurando l’intervento come frutto di un impegno comune finalizzato alla riqualificazione dell’ambito urbano.
Nell’Area Tematica Arte Pubblica sono stati invitati a portare il loro contributo, oltre 40 soggetti sia di provenienza italiana che estera, il cui lavoro è in buona parte illustrato nel repertorio di progetti e iniziative pubblicate nell’area tematica “Arte pubblica” del sito internet della BiSP visionabile al link
http://www.biennalespaziopubblico.it/edizione-2019/larte-pubblica/  in cui si è lavorato per costruire quel racconto collettivo di buone pratiche e tematiche di approccio sul rapporto Arte e Spazio Pubblico su cui si è articolata la BiSP 2019 dal titolo “Incontri”.
Il tema generale, valutate le proposte arrivate tramite la call del sito, è stato articolato in 4 workshop sotto-tematici e correlato da mostre e focus specifici.
Per i focus specifici:
  • Officine futuro a cura di Città Ibrida e Formacamera ;
  • Italia-Olanda – collaborazioni di arte pubblica a cura di Orizzontale e Ambasciata Regno Paesi Bassi.
Per le mostre:
  • MoStra Promozione dei giovani architetti a cura di New Italian Blood;
  • Didattica dell’arte pubblica a cura dell’Accademia di Belle Arti di Roma;
  • Officine futuro, i materiali dello spazio pubblico a cura dell’ Associazione Città Ibrida.
Per quanto riguarda il workshop, nel percorso di approfondimento tematico iniziato il 30 maggio http://www.biennalespaziopubblico.it/edizione-2019/area-tematica-arte-pubblica/, si è proposto ai partecipanti un nuovo sistema di lavoro ovvero di mettere in luce le criticità, i fattori di successo, le raccomandazioni desumibili dall’esperienza acquisita e dal confronto collettivo e si è chiesto di procedere alla presentazione del proprio progetto improntandola sotto forma di una valutazione critica, in modo che fosse elemento di riflessione ed analisi per quello che si è articolato come ragionamento comune e condiviso con tavoli di partecipazione in cui impressioni, visioni e proposte hanno dato modo di sviluppare un’intelligenza collettiva sulle tematiche proposte.
Dopo la prima giornata i partecipanti sono stati suddivisi nei quattro sottogruppi che hanno composto il workshop
http://www.biennalespaziopubblico.it/edizione-2019/formazione-e-educazione-allarte-negli-spazi-pubblici/
http://www.biennalespaziopubblico.it/edizione-2019/laboratorio-tematico-arte-pubblica-mura-urbane-e-spazio-pubblico/
Le esperienze e tematiche dei sottotemi sono poi confluite in un sintetico documento di indirizzo (Obiettivo finale del workshop) contenente indicazioni e raccomandazioni utili a migliorare le condizioni dell’Arte Pubblica, condiviso da tutti i partecipanti e presentato nella sessione conclusiva. Il documento definisce uno Stato Emergenziale, sia come “urgenza” di strumenti e possibilità, sia come “emersione” di nuovi modi di fare arte, socialità e città, di seguito riportato
ARTE PUBBLICA E RIGENERAZIONE URBANA, SOCIALE E CULTURALE
PREMESSE
  • L’arte pubblica innesca processi di rigenerazione culturale, sociale, ambientale
  • L’arte pubblica, quindi, non riqualifica da sola lo spazio architettonico pubblico
  • Viviamo un periodo di transizione e quindi il momento ideale per produrre nuovi paradigmi
COSA FARE
  • Ripartire dai margini: luoghi in cui si produce conflitto, che va gestito e reso produttivo
  • Promuovere la produzione artistica nello spazio pubblico come esigenza su scala nazionale
  • Promuovere la deroga come spazio abilitante alla costruzione di un nuovo paradigma di processi, procedure, legislazioni etc. In un ottica di giustizia e non legalità tout court
  • Fare lobbing/rete e trovare alleati in settori della società che soffrono le nostre stesse criticità (di processo, di procedura, di legislazioni)
  • Valutare gli esiti sviluppando contestualmente un sistema di metriche nuove
COSA NON FARE
  • Non strutturarsi e non condividere le competenze
  • Rimanere nella dinamica individualista
SPAZIO PUBBLICO COME LUOGO PERFORMATIVO E DI CONDIVISIONE DELL’ARTE
PREMESSE
Lo spazio pubblico come un luogo metaforico (della relazione, dell’immaginazione, della costruzione di senso) in cui l’arte è un innesco
COSA FARE
  • Promuovere l’arte come strumento di comunicazione che produce processi di rigenerazione tra diversi ambiti, interessi, contesti e fattore di contrasto alla disgregazione sociale
  • Promuovere strumenti di dialogo tra “l’arte spontanea” e “l’arte professionale”
COSA NON FARE
  • Considerare l’arte prodotta dal basso (spontanea e non professionista) come automaticamente valida
  • Considerare il disagio uno stigma solo delle aree socialmente complesse
FORMAZIONE ED EDUCAZIONE ALL’ARTE NELLO SPAZIO PUBBLICO
 PREMESSE
  • Lo spazio pubblico come strumento di formazione (scoperta dei luoghi, come scoperta di competenze, storie, valori)
  • Esistono criticità a livello generale legate alla difficoltà nella comprensione e nella restituzione (riduzione del vocabolario, incapacità di comprensione, analfabetismo funzionale)
 COSA FARE
  • Scambiare saperi
  • Formare a una lettura e restituzione complessa/trasversale dello spazio pubblico
  • Costruire Interazioni
  • Produrre risonanza di emozioni
  • Incentivare un dialogo tra formatore e discente
 COSA NON FARE
  • Indulgere all’utoreferenzialità
  • Indulgere nell’inconsapevolezza
  • Accettare le ovvietà
  • Non formare solo all’azione
  • Arginare la deriva tecnocratica
 
CONCLUSIONI
 
  • Dichiarare lo stato di emergenza culturale: per marcare l’esigenza di derogare il quadro normativo, procedurale e culturale esistente e costruire un quadro nuovo
    • Promuovere a livello nazionale il regolamento degli usi temporanei
    • Creare corpi intermedi (camere di compensazione) che consentano il coordinamento tra i diversi attori in campo
    • Rilanciare Legge 117/1949 e ss.mm.ii. (quota non inferiore al 2% del valore dei lavori pubblici per l’abbellimento di essi mediante opere d’arte)
  • Costruire processi di rete attraverso la condivisione di obiettivi specifici (processo per costruire un manifesto, una carta condivisa, un programma etc.)
  • Costruire la metodologia di partecipazione ai processi (arte del processo)
  • Attraverso la trasmissione di competenze e saperi in funzione delle conoscenze, costruire mentalità consapevoli per diventare operatori/fruitori responsabili dello spazio pubblico
Il quarto workshop si è svolto in maniera più tradizionale ma con uguale partecipazione e volontà di continuare il confronto.
MURA URBANE E SPAZIO PUBBLICO
Il laboratorio Mura e spazio pubblico si è inserito organicamente nell’area tematica Arte Pubblica. Le mura costituiscono nel senso pieno del termine una grande opera d’arte per la città e richiedono, per la loro valorizzazione, l’apporto delle arti contemporanee, come ci ha insegnato l’installazione di Christo che nel 1974 impacchettò le Mura Aureliane. Il Laboratorio Mura e spazio pubblico ha sviluppato nel corso di due seminari (23 e 31 Maggio) una riflessione critica su una pluralità di centri urbani in cui le mura continuano a svolgere un ruolo incisivo sulla struttura urbana (Roma, Viterbo, Sermoneta, Palestrina, Sangemini, Norcia, Milano, Piacenza, Ferrara, Genova, lecce, Bergamo, Siviglia). Dal confronto è emerso l’esigenza di costituire una rete, una community, per affrontare con maggiore profondità il tema del ruolo delle mura nella città contemporanea. Le linee di ricerca e riflessione sono i seguenti:
le mura sono
  • il segno identitario delle città europee
  • una infrastruttura organizzativa della forma e dello sviluppo urbano
  • una infrastruttura di connessione
  • una infrastruttura narrativa
  • una infrastruttura resiliente
  • una infrastruttura per lo spazio pubblico e l’incontro
  • una infrastruttura si transito e di interazione tra il dentro e il fuori (una membrana)
  • una infrastruttura ambientale
  • una infrastruttura che lega passato e futuro
Le premesse e conclusioni sono state considerate da tutti i partecipanti i Punti di partenza su cui sviluppare future riflessioni ed azioni condivise. Da qui si parte!